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Il romanzo costituisce, attraverso gli occhi di un immaginario Craxi redivivo, una vera e propria epopea dell'apice della prima repubblica, con gli scandali, gli sperperi, le piccole e grandi trame di quegli uomini che vissero da protagonisti forse quel periodo paradossalmente più florido della storia democratica italiana. Bettino Craxi si è fatto credere morto con l'ausilio di uno stratagemma. Protagonista della politica italiana e internazionale per oltre vent'anni, artefice del made in Italy e padre dell'ideale riformista, uno dei presidenti del consiglio più acclamati ed esecrati di sempre ricostruisce qui i fatti che lo costrinsero all'esilio, ci obbliga a riformulare il giudizio su molti attori di una stagione politica confusa, e non risparmia neppure impietose valutazioni di suoi presunti eredi e compagni.