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Vincenzo Segreti colloca nel Rinascimento le vite di Michelangelo e di Galeazzo di Tarsia e le loro opere. Ne viene fuori un originale raffronto fra i due personaggi dal punto di vista umano e poetico. Secondo Segreti, pur nella diversità, li accomuna l'amore per la poetessa Vittoria Colonna, la loro musa ispiratrice. Genio scontroso e malinconico Michelangelo trasferisce nell'arte figurativa e nelle scritture d'impronta neoplatonica e dantesca "il tormento dell'anima, l'idea della palingenesi della Cristianità, il rapporto fra l'uomo e Dio, giudice inesorabile, la storia dell'umanità. Nel Tarsia l'autore scorge un poeta petrarchesco originale, a volte drammatico in antitesi con il tirannico feudatario. Segreti analizza il Canzoniere, commentando i sonetti più significativi per le tematiche esistenziali. L'esegesi di numerosi critici delle liriche del Tarsia, come delle opere letterarie e pittoriche di Michelangelo è presente nel testo. L'autore ha il merito di aver spronato lo scrivente ad apportare nella postfazione ulteriori contributi storico-critici e psicologici sulla produzione e sulle biografie del Buonarroti e del Tarsia.