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Il Teatro dell'Oggetto Mancato è il luogo del Mancamento: là dove la parola pronunciata e la scena osservata scompaiono alla vista e si sostanziano nelle più profonde e ancora da scoprire stratificazioni del cervello pensante. Luogo ricco di energia che nasce e muore all'istante facendosi altro con l'emergere dell'altrove della cosa, dell'oggetto: questi perdono la loro consueta e ripetitiva tendenza all'accumulo svuotandosi in un'assenza capace di vuoto e di silenzio, tramite i canoni di una parola e di un gesto ricchi di senso. È ogni volta Prova-di-pensiero. È teatro che si basa su assunti della scienza dei giorni nostri, sulle neuroscienze e in particolare sulla psicologia sperimentale dove l'apprendimento e la memoria in alcune ricerche fondamentali condotte da Paolo Ferrari lasciano posto all'estinzione; l'accumulo si piega di fronte alla sua perdita dando luogo a una differente e intensa poetica volta a un'espressività di nuovo segno. Capace di quella libertà anche giocosa cui il cervello umano è da tempo preparato nelle sue fibre più profonde e inconsapevoli, ma ancora non lo sa.