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Quando, nei primi mesi del 2011, sono scoppiate in nord Africa imponenti proteste antigovernative, il concetto di società civile è tornato in auge, e si è rafforzato nell'immaginario collettivo il nesso causale tra società civile e processi di democratizzazione, un topos della letteratura politologica degli ultimi decenni. Per "società civile" si intendono qui tutte le forme associative spontanee, esterne all'apparato statale, con strutture decisionali indipendenti: sindacati, associazioni professionali e di mutuo soccorso, gruppi di pressione, ONG, organizzazioni religiose e di villaggio. Ma è proprio vero che la società civile può contribuire alla risoluzione della conflittualità tra gli Stati e all'interno degli Stati? Il libro affronta, con grande ampiezza di vedute e sulla base delle diverse competenze disciplinari degli autori, un argomento molto attuale e spesso trascurato: il ruolo che la società civile sostiene nei processi di ricostruzione post-conflitto (Afghanistan, Tagikistan), nella composizione di dissidi intra-regionali (Caucaso, Coree, Palestina e Israele) e nell'apertura del sistema politico in senso democratico (Cina, Turchia, Iran, Malaysia).