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Libro di prognosticazioni e di previsioni per l'anno perpetuo. Quello formulato in tono ironico da Rabelais è un assalto contro le superstizioni diffuse. "Che cosa poteva fare, allora, un intelligentissimo letterato della cultura come Rabelais nel regno di Francia all'inizio del Cinquecento; [...] Poteva solo esagerare, deformando la sua indignazione fino a renderla commestibile persino ai preti e ai cortigiani, fino a far credere che - infine - la sua scrittura non era che un innocuo scherzo, buono per far ridere i fanciulli. [...] Un'operina in cui Rabelais riuscì a condensare i pregi stilistici e di pensiero dell'opera maggiore, con in aggiunta il dono della leggerezza, il tocco della grazia lieve. [...] Morelli ha lavorato come traduttore sull'edizione canonica firmandola con l'anagramma Eolo Lapo Marmigli sull'esempio del maestro Rabelais-Alcofribas. [...] Il tutto in armonia con il lavoro di Bordone [...]". (dalla prefazione di Franco Buffoni).