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All'incrocio tra psicologia, letteratura e analisi della società contemporanea, il saggio di Belinda Cannone ruota intorno a quel sentimento tanto comune quanto tenuto ben nascosto che va sotto il nome di 'impostura': la profonda e intima convinzione di non essere al posto giusto, di non essere all'altezza del luogo che si occupa. In trentasei agili capitoli - che toccano la letteratura, la psicoanalisi, il cinema, la politica e le nostre esperienze quotidiane - questo saggio esplora (in una forma ora narrativa, ora riflessiva, ora dialogica) le origini del sentimento d'impostura e ne illustra le manifestazioni più significative. Con uno stile personale, tra saggistica e narrativa, che si nutre di richiami che vanno da Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Franz Kafka a Vitaliano Brancati, ma anche al cinema di Alfred Hitchcock o Steven Spielberg, Belinda Cannone propone un'indagine su un sentimento segreto ma pur tuttavia profondamente legato alla condizione umana, che tocca ogni tipo di ambizione, amorosa, professionale, esistenziale.