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Il "meticciato" linguistico e dei generi che Nadiani da sempre persegue in poesia e nella scrittura detta (teatro, cabaret) nel suo dialetto bastardo, trova un naturale pendant nei brevi testi in italiano scritti in presa diretta negli ultimi anni per giornali, riviste, antologie e blog vari, oppure depositatisi nel corso di decenni in taccuini di viaggio. Le scritture istantanee qui raccolte, tutte attraversate da diverse forme di ironia, di humour e di registro, si sbizzarriscono in un percorso che va dal pungente e caustico spunto aforistico al racconto sulla spesso comico-amara provincia italica; dall'aneddoto alla nota lirica di viaggio; dal monologo o dialogo "da bar" al commento di costume. Tutte sono, in ogni caso, intenzionate a lasciare una traccia grafica e temporale, per quanto esigua, di un quotidiano fatto di persone oggetti eventi sentimenti minimi, già vecchio e scordato ancora prima di accadere.