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Il libro, redatto sotto forma di lettera aperta, si configura come un pamphlet rivolto direttamente all'attuale papa Francesco, affinché, da parte della chiesa cattolica, venga affrontato con evangelica coerenza il problema dei separati e divorziati cristiani, attualmente emarginati dalla comunità ecclesiale, privati dalla comunione eucaristica ed esclusi sia dall'insegnamento che dalle attività liturgiche. Il libello, redatto con stile semplice e immediato, parte dall'esperienza personale dell'autore per estendere la sue riflessioni al campo esegetico e teologico riguardante il problema del divorzio dei credenti e di eventuali loro nuove nozze. L'intento dichiarato della lettera è di fornire ai responsabili della chiesa cattolica indicazioni chiare sulle sofferenze e sui disagi dei divorziati e dei risposati che intendono rimanere in comunione con le realtà ecclesiali di appartenenza e contemporaneamente suggerire, testi sacri alla mano, delle vie d'uscita all'attuale ingiusta discriminazione prodotta dalla vigente disciplina ecclesiastica, che mette in difficoltà quello stesso clero a diretto contatto i fedeli. Il libro si chiude con alcune osservazioni che, a partire dalla possibile soluzione del problema dell'appartenenza ecclesiale dei divorziati, ridisegnano un nuovo modo di pensarsi come chiesa in positivo rapporto con il mondo contemporaneo e il vissuto delle persone.