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Non c'è trama, non c'è tempo, non c'è luogo. Soltanto le trame, i tempi e i luoghi dell'animo umano ferito. Lui: psicoterapeuta affermato e con tanta esperienza, prende in cura una donna romena ipertraumatizzata: l'eco lontana del regime di Ceausescu, il terremoto di Bucarest, un padre alcolista e affetto da sindrome bipolare, il fratello suicida a 24 anni, la madre ipocondriaca sempre alle prese con tumori immaginari e crisi depressive. Accade però che i ruoli s'invertano e le memorie di entrambi i protagonisti si intreccino. Spesso il tempo e lo spazio perdono la loro precisa connotazione. Spesso non si comprende bene chi stia conducendo il gioco mortalmente serio della cura. È la descrizione di un incontro particolare, di un incontro che viene da lontano e che si fa largo tra pesanti macerie. Un incontro al cui interno le memorie traumatiche dell'una, risvegliano le memorie traumatiche dell'altro, quasi come se uno curasse l'altro. Senza mai dirselo.