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Il racconto della mente che annaspa e si dilata tra le costellazioni, le loro improvvise esplosioni, il ripetersi delle parole, il loro perdere di significato. "... mi sono persa e mi ritrovo in pezzi sparsi sul limite osceno: le sacre ceneri, spazi aperti su un sud, la mia terra e il suo calore antico. Mi parlo, inventando finestre, foreste". Il tempo. L'eternità in continuo movimento che scorre e non si acquieta, è un attimo. È la vita che passa e che muore. Forte è la memoria che si ribella e crea. Finisce che ha sottratto molto. Non può restituire nulla, il Tempo, eccetto il presente da cui ricominciare. "Per scrivere 'Più a sud del tempo' ho dovuto scavarmi. Ferma in un angolo potevo distinguere tutto quello che mi apparteneva. Di combattermi, liberando altri metodi per esorcizzare il malessere intimo. Ho cessato di esigere troppo da lui. Il tempo non è nemico. Ho scritto questi versi per cominciare a riconoscere piccole felicità e goderne".