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Un diario racconta avvenimenti dimenticati dalla storiografia ufficiale. Pagine che narrano la storia di un giovane marinaio tarantino che, dopo l'8 settembre '43, aderirsce alla Repubblica Sociale, combattendo una guerra persa e pagando la sua scelta con l'internamento in un lager jugoslavo e con le successive discriminazioni. Un'esperienza che inizia dalle missioni nelle conquistate colonie dell'Italia Fascista, per proseguire attraverso le campagne di Grecia ed Albania, sino ad uno dei momenti più importanti e controversi della storia patria: il periodo che va dal settembre '43 al maggio '45: gli anni della guerra civile. Sono gli anni della Repubblica Sociale Italiana, vissuti dallo scrittore a Trieste e a Fiume, in quella che era la prima linea dello scontro con i partigiani di Tito. L'epilogo delle vicende narrate è scandito dai drammatici giorni della prigionia nel lager jugoslavo di Borovnica, dove più di 3.000 italiani furono rinchiusi dall'aprile del '45: di quei tremila meno della metà fece ritorno a casa.