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"Esilio sull'Himalaya" di Marino Piazzolla trova il suo valore nell'essere espressione di un'avventura, di un viaggio dell'anima: dal non sapere e dall'oblio all'attesa vissuta con la più acuta coscienza; il dolore relativo all'essere uomo si sublima nel bisogno di trasformazione e comunque in un'invocazione di speranza: "Se un mattino sarà per me nuovo il tuo/lume, muta il mio nome/in una fonte/dove più secche - sono le rocce tue che non conosci." (María Zambrano)