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Filosofiche e piacevoli da leggere, queste terzine offrono spunti di riflessione sul vivere secondo buon senso e pragmatismo etico: la carica di umanità di cui sono pervase, inoltre, le rende adatte al grande e al piccolo pubblico. Il titolo, "Giubba de pelle", oltreché alludere al noto proverbio latino "audaces fortuna iuvat timidosque repellit", storpiato dal Belli romanesco in "audace fortuna giubba tibbidosque de pelle", è metafora dell'indumento coriaceo (la corazza della tartaruga, l'armatura del guerriero), atta a evocare la tenace perseveranza dell'uomo viandante o la determinazione di chi si rialza dopo ogni caduta. Il Leit motiv dell'opera è l'ottimismo. Ciascuna poesia è corredata da una traduzione in italiano, non soltanto a scopo esplicativo per coloro i quali non abbiano familiarità col dialetto di Roma, ma anche a fine didattico per identificare contrastivamente le varie divergenze (soprattutto sintattiche e/o lessicali) tra la lingua italiana e lo stesso vernacolo.