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"Leggendo il libro di Alberto De Poli ho avuto da subito la sensazione di trovarmi di fronte ad un Irvine Welsh veneto. De Poli narra la stessa rabbia, la stessa voglia di fuga sintetica dei protagonisti di Trainspotting. Ma con una differenza che sta nel lavoro operaio: un lavoro che manca in Scozia e che invece in Veneto spesso occupa tutti gli spazi dell'esistenza. Nel Veneto, che De Poli narra bene, dove il lavoro tende a fagocitare tutto, i suoi ragazzi cercano comunque una deriva, una fuga, un'auto-assoluzione dentro paradisi sintetici, un vero e proprio rifiuto dei modelli del Veneto che conoscevamo, quello dell'esplosiva ricchezza, dell'industria invasiva, del progresso che si fa unicamente sviluppo produttivo e mai umano." (Dalla prefazione di Massimiliano Santarossa)