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"Piccole, tante, lucenti, blu come il mare dove guizzano in branchi enormi al fine di soddisfare la fame di uomini e di pesci che raminghi girano in cerca di cibo. Sardine e acciughe che animano il grande mistero che spinge il branco a sacrificare molti per concedere la vita ad alcuni. Cacciate sin da quando sono uova o solo muccu, tracciano la storia del mare e quella dell'uomo ancor più di quanto fatto dal tonno, il loro grande predatore. Così eccole prese e fermentate nei garum, essiccate in taricos o ricoperte di sale in salsamentus come pesci da 'sardare' con barche armate da dodici remi e mosse dal sudore, se il vento avaro svuota la vela. Pesci tramortiti dai pescatori monchi, che forti del frastuono dalla loro 'saponetta' le stordiscono e le spingono verso la superficie come un cocciu di anciovaredda strammuliata, divenendo prede facili dei grandi ciancioli, mossi solo dalle braccia di uomini forti in grado di adoperarli. Pesci lunatici, ma sfuggenti alle 'chinte' di luna, catturati un tempo anche sulle spiagge da improvvisati pescatori contadini, comandati dalle urla dei capibarca." (Andrea Zanfi)