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Come si costruisce la pace e perché "conviene" di più fare la guerra? Questo libro svela i meccanismi che oppongono la costruzione della pace alle spinte nazionaliste, dell'odio etnico, della sopraffazione e della violenza. Uno di questi meccanismi consiste nel far credere all'opinione pubblica che la guerra non esiste più. C'era una volta la guerra, quella che hanno combattuto i nostri padri e i nostri nonni, non certo ora, non qui. Il termine guerra è tenuto lontano dagli strateghi della comunicazione, vuoi per ottenere consenso nei percorsi parlamentari e dall'opinione pubblica, vuoi per non disturbare l'andamento dei mercati e delle borse con notizie troppo allarmanti. Ma anche per non risvegliare troppo quella coscienza collettiva che, se informata, si leverebbe contro ogni disavventura di conquista o scellerato progetto di intervento militare. Ed ecco che proprio loro, i militari, hanno inventato e diffuso la nuova veste della guerra: il peacekeeping... Una sorta di caserma all'incontrario. Che ti prepara all'uso delle armi del dialogo e della tolleranza. Questo è il futuro delle relazioni internazionali. Questo è quello di cui abbiamo bisogno.