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Nato a Milano da un ricco industriale di religione ebraica e da madre cattolica di origini contadine, Guglielmo Vita fu artista versatile e originale, architetto, scrittore. Laureatosi in ingegneria per assecondare il desiderio paterno, dal 1905 si stabilisce in Toscana: a Firenze frequenta la Scuola Libera del Nudo e dal 1912 è presente in Versilia, dove intraprende un febbrile lavoro di documentazione dei luoghi, delle persone e delle tradizioni del territorio. Il suo studio di pittore è un capanno sul mare, a contatto con gli umili e con la natura, contornato dalla piccola comunità di artisti che in quegli anni aveva eletto la Versilia a patria comune. Convinto sostenitore del recupero delle arti popolari, progettò e inaugurò nel 1926 "Casa Vita", esempio dell'unione ideale tra artigianato e arte. All'inizio degli anni Trenta, in occasione della mostra personale allestita a Firenze, presenta "Dolce Versilia", una raccolta di immagini, suggestioni e riflessioni degli anni giovanili trascorsi tra Carrara e Viareggio. Il volume, qui riprodotto in copia anastatica, raccoglie le memorie dei suoi viaggi attraverso le Alpi Apuane e quelle dei giorni vissuti da selvaggio in riva al mare, quando ai poveri e ai derelitti si mescolavano scrittori come Huxley, pittori come Boklin, Viani, Chini e Nomellini, riuniti in quella straordinaria stagione artistica nata sotto il sole della Versilia.