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Voi, onesti farabutti è la storia di un dialogo incompiuto fra generazioni: quella che ha fatto la Resistenza e la generazione attuale, precaria, apparentemente condannata a dover assistere al crollo del proprio paese senza poter intervenire. La voce narrante è quella del protagonista, che descrive il nonno come l'esponente di una minoranza ormai in via di estinzione che crede ancora fermamente in certe idee. Nasce da questa condizione la necessità d'inventarsi una memoria, che il protagonista connette alla propria storia particolare, iniziata con la frequentazione degli anarchici maremmani e proseguita con l'esperienza di obiettore nell'ex ospedale psichiatrico di Siena: tutte situazioni collocate ai margini, per scelta o per necessità, così come fuori dal sistema si sente lui stesso in questo continuo arrangiarsi senza prospettive che è il destino di una generazione di precari. Voi, onesti farabutti è quindi la storia di una ricerca delle armi, anche spuntate, che dalla memoria possano tornarci utili per riprovare a immaginarci un futuro.