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Un libro che torna a riflettere su quel secolo grande e terribile che è stato il Novecento, un secolo che ha visto alternarsi o addirittura camminare insieme l'attesa e la sconfitta, il sangue e la gloria, la grandezza e la miseria. Per nomi e luoghi, nominati o solo allusi, passano le immagini degli scrittori che nutrirono il sogno di una comunità nuova (ad esempio Robert Walser) o di un compimento della storia all'insegna del materialismo messianico (Walter Benjamin) e poi dei combattenti, dei partigiani e dei miliziani che militarono da una parte sola della barricata, in difesa dell'umanesimo europeo e internazionalista. Poi c'è il paesaggio italiano e le ombre dei poeti e degli autori amati visti come emblemi di una formidabile modernità che ancora abbaglia il presente, da Baudelaire a Nabokov, da Mandel'stam a Celan, da Durrell a Pasolini. E, infine, ci sono gli amici, i compagni di strada, i maestri più prossimi eppure già lontani, perduti.