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Come quei corpi astrali la cui luce travalichi interminate distanze, o come le casuali associazioni del pensiero affrancato da norme e obiettivi, i libri sembrano chiamarsi, cercarsi e magari incontrarsi a nostra insaputa. E così tre mondi apparentemente diversi, e l'un dall'altro remoti, come la limpida laicità di Sciascia e dei suoi investigatori, il tormentato cattolicesimo di Bernanos e dei suoi curati, e la scontrosa diffidenza di Simenon e dei suoi cupi antieroi, possono riflettersi a distanza in virtù di segrete ma folgoranti analogie, possono illuminare l'un dell'altro inesplorate plaghe, possono perciò disporsi in uno di quei "cruciverba" cari a Sciascia, forma esatta e al tempo stesso sorprendente dei suoi esercizi d'intelligenza e di stile. Questo libro è un atto d'amore a tre giganti del Novecento. E alla letteratura: la più laica delle fedi, il più anarchico dei saperi.