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Gio Evan cambia indirizzo ai luoghi comuni, sovverte il senso delle frasi fatte e dei modi di dire, obbligando il vocabolario alla sfida dell'improbabile. Propone impegnative mescolanze verbali per provare quanti agganci lessicali vivono e aspettano di essere messi nuovamente in vita. Gio Evan usa la scusa delle poesie per spalancare le porte di un'immaginazione non violata e invitarci nel mondo del surreale, dell'incredibile, della meraviglia, della sorpresa. Il palco su cui si muove è asciutto e minimalista, lascia spazio sufficiente al vero protagonista: il pensiero non pensato. Gio Evan non è altro che la movenza creativa della lingua, dove filosofia e gioco e poesia si alleano per esprimere la potenzialità di vivere molteplici vite.