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Sofia è una giovane, quasi diciottenne, autoctona della cittadina arabo-normanna. È la primogenita di tre figlie, vive in una famiglia tradizionale siciliana, della fine degli anni '80. Il suo desiderio è quello di riscattare la sua terra attraverso le risorse che il territorio propone. Lotta contro i falsi idoli, contro gli oligarchi, contro le ideologie che da secoli hanno ridotto le donne in stato di subalternità. Il suo sguardo è proteso verso l'altro da sé, si allarga in un abbraccio che ingloba il tutto ma che non si esaurisce a quel tutto che è parte di un immenso desiderio d'infinito. La sua lotta è la battaglia infinita di chi utilizza le armi bianche dell'amore; la scrittura, la musica, l'arte possono scardinare porte sprangate che chiudono alla circolarità del sapere. Vive in prima persona l'attentato al capitano Basile, il dolore per la distruzione del negozio di famiglia incendiato dai mafiosi a cui lei si oppone per cambiare le regole "imposte" nel territorio. La morte, la sofferenza sono per lei esperienze che arricchiscono e accrescono il desiderio di Esserci.