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"In fabbrica, nonostante gli orari regolari e sani, le cose accadono in disordine, un giorno alla volta. Provi a dargli una forma, ma tutto sfugge via in una monotonia incontrollata, e dentro a quella monotonia passano gli odori, le parole, le persone, veloci come un vortice e ti sembra che non è successo niente. Poi, quando è finito tutto e la stagione si conclude, come per miracolo, pensi: 'È uno dei periodi più belli che ho vissuto' e arrivi quasi a rimpiangere il mormone, figlio del dio dei carrelli omicidi".