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Nella piana di Sibari, terra martoriata da calamità e intrisa di memorie mitologiche, una scoperta casuale apre un giallo archeologico. Barbara O' Niel, archeologa, e il giovane geologo Luca Visentin, si trovano legati dall'enigma, mentre le suggestioni della antica colonia della Magna Grecia, gli incontri con i bizzarri personaggi locali e gli echi dolorosi di recenti catastrofi improntano profondamente la loro visione dell'esistenza. Concezioni di vita prima scontate sono messe in forse da esperienze in bilico fra incanto e concretezza, ma di una realtà "altra", mentre sentimenti difficilmente ipotizzabili al di fuori di quella piana sospesa fra due ere si impossessano delle loro azioni. La saga della famiglia Visentin ripropone in questo secondo romanzo, dopo "la baia", con il suo sottofondo allegorico, carico di impronte della affannosa ricerca umana del "ponte sottile", la tensione a noi tutti comune alla comprensione dell'essenza dell'essere.