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Ispirato alla vita di Alfonso Vinci, filosofo e geologo. Pensava che l'avventura fosse una visione piccolo borghese del mondo e i "selvaggi" un'invenzione da romanzo di bassa lega. Gli esploratori dal casco di sughero lo facevano sorridere, intenti a prendere appunti dalla barca, col motore acceso e una scarica diarroica in corso. Nel 1950 scoprì il più grande giacimento diamantifero del Venezuela, un fiume nero dove si camminava sui diamanti. In migliaia lo inseguirono come si insegue la fortuna, ma lui fece di tutto per ritornare povero al più presto. Partì verso un mondo di leggende e paura, abitato da popolazioni che non avevano mai visto l'uomo di barba e riservavano ai "razionali" le migliori frecce al curaro. Lo accompagnava un suo grande amico, un giocatore di poker che in una notte aveva perso tutto fuorché la sua anima e si faceva chiamare Soul. Su canoe scavate col fuoco, con un pugno di sale e una bottiglia di rum attraversarono la Guayana spinti da un'unica convinzione: vivere come se si fosse eterni. Catturati da una tribù di cannibali, scoprirono la vera essenza dell'uomo e smisero per sempre di essere due "razionali". Tornarono nel mondo degli uomini vestiti con un mazzo di frecce e una storia in più. Quella di questo libro.