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Dice il Serpente: "L'indole e il destino hanno la stessa forma!". Il bisbiglio delle strade e dei cuori le giunge dalla finestra più amata. Il sussurro di mille presenze l'accompagna. La culla. La incalza. La induce al ricordo. La muove a narrare - finalmente! - di Guardiani e di Soglie incontrati lungo un cammino d'inaggirabile Necessità, forgiata in mille incarnazioni. Un occhio che scruta con dura lucidità ma che non abbandona, nell'agognata riconquista di libertà, la propria visione infantile. Favole rivelatrici, racconti, ricette eterne, gratitudine e nonne potenti, armate di grazia ancestrale, proteggono quell'infanzia indagatrice. Dissociata, subito, da ogni possibile convenzione. Un canto implacabile e fiabesco della conoscenza di Sé; della propria iniziazione. Quale virus serpeggiante, anche l'autrice sceglie l'invisibilità. Come a dire: viaggi il canto. E la testimonianza verace.