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Papa Innocenzo X, di natura tranquilla e pacifica, si trovò costretto a scontrarsi militarmente con Ranuccio II Farnese, duca di Castro e Ronciglione. L'attacco delle truppe papali venne sferrato contro la città di Castro, capitale del ducato, che rapidamente capitolò. Ma ecco che, contravvenendo a quanto in precedenza sottoscritto nel trattato di resa, il Pontefice ordinò che la cittadina fosse rasa al suolo ed i suoi abitanti esiliati in altre terre. La Storia ancora non ha compreso le ragioni che indussero il mite Papa a compiere un gesto così sconsiderato e crudele. Ma all'ombra di Innocenzo X viveva, con un'assidua ed intima frequentazione delle stanze pontificie, una donna spregiudicata, avida di potere e di ricchezza, temuta ed odiata dalla curia e da tutto il popolo romano, ma autorevole ed ascoltata consigliera del Pontefice. Quali vantaggi avrebbe potuto ottenere la cinica nobildonna, da un gesto così atroce e sconsiderato che oscurò ed infangò agli occhi delle corti, sia italiane che straniere, l'immagine del Papa?