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Come vuole il nome, nell'orbita di Swing! si è presi in una danza dondolante di battere e levare, secondo un ritmo che scombina il tempo, e lo dilata, e lo fa spazio. Ché a venir suonata è qui la "biografia surreale" di un io multiplo, che nel fare - modernamente - "dell'esperienza un'esperienza" ci avverte che Io è un satellite non abitabile se non per interposte persone, e oggetti, e piccoli fatti quotidiani. In questo romanzo - che è una menippea contemporanea - c'è uno "strano tutto": c'è la vicenda di Italo Medio e il progetto politico di un "piano di riavvio dell'esistenza"; c'è l'"èra dell'asfissia" e del "furto del lavoro"; c'è un amore raffreddato; c'è un padre. Da una galassia alla deriva affiorano mondi disposti su specchi obliqui, esplorati da una lingua che salta leggera a inseguire gli scarti di una vita che è "sempre più larga" di ogni suo dettaglio, e che però in ogni dettaglio colto a sfilare dalla contraffatta lanterna magica della scrittura scorge la "grande allegoria della composizione umana".