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Quarant'anni fa moriva Salvador Allende travolto dal colpo di stato del generale Pinochet: 11 settembre 1973. Le vittime di Santiago sono state 3.225, più 60 mila desaparecidos nei 27 anni di dittatura. Le vittime cilene erano ragazzi che anticipavano gli indignati di oggi o vecchi socialisti impegnati a reclamare la sovranità nazionale per limare i profitti delle multinazionali Usa. Impegnata a esorcizzare il fantasma di un'altra Cuba, la Casa Bianca difatti pianifica "il ritorno alla normalità". Prende avvio un lungo lavoro del Presidente Nixon e di Herry Kissinger: 10 milioni distribuiti attraverso la Cia danno la carica a Pinochet. Trame nascoste per un tempo infinito: fino a quando i documenti sepolti negli archivi di Washington vengono alla luce nel 1999. Clinton ordina alla Cia di declassifìcare ogni segreto che avvolge la morte di Allende. La Cia prova a disobbedire. Ma Clinton non ci sta: 17 mila documenti finiscono in internet. L'ultimo a cedere è Kissinger. La vera storia del colpo di stato in Cile ormai fa il giro del mondo. Impossibile fermare la rabbia di chi ha perso fratelli, amici, figli, nei campi di concentramento o nelle camere a gas. Kissinger viene chiamato dal tribunale per testimoniare a proposito della scomparsa di cinque volontari francesi in Cile nei giorni che seguono la morte di Allende. Per caso il dottore è a Parigi. Salta sul primo aereo e vola via. Ma l'opinione pubblica mondiale dopo 40 anni ricomincia a ricordare e a prendere coscienza.