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Giacomo Casanova non fu solo un rappresentante del '700 europeo, ma in qualche modo è il '700 europeo. Casanova fu un libertino, ed è ciò che di lui più si conosce, ma non fu un volgare suduttore, teso a carpire il proprio piacere tra le braccia di una ragazza ingannata o inesperta: amò quasi sempre le donne che conquistò, si fece riamare, cercando prima di tutto il loro piacere e mettendo in secondo piano il proprio, splendidamente coprendole di regali. Giacomo fu spia di Venezia in più occasioni o, se si preferisce, suo informatore. Ma fu informatore e inviato segreto anche di Francia: egli guadagnò anche in questo modo cifre incredibili, oltre che con il gioco, e moltissimo guadagnò con i rituali magici, molto con la famosa lotteria da lui introdotta in Francia; e perse una fortuna, non solo al gioco, non solo negli amori e nello splendore della vita condotta quasi sempre nello sfarzo e nello spreco, ma anche per la gioia di fare splendidi regali, per costruire splendide doti e rendite alle amanti, quando le lasciava, o per aiutare amici in difficoltà. Casanova fu artista e poeta, accolto a braccia aperte tra gli Arcadi a Roma, traduttore di Omero, lui sì dal greco, e non da versioni più o meno fedeli in latino. Con la morte di Casanova, moriva sotto i piedi di Napoleone il '700, esaurito, svilito, impoverito, impaurito, sgomento di fronte agli eventi imprevedibili e alle trasformazioni sociali e politiche cui aveva assistito impotente.