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Una ragazza di cui non si sa quasi niente: fa la veterinaria, vive a Buenos Aires e la sua compagna è scomparsa nel nulla. Per visitare un cavallo morente, arriva a Open Door, un paese che sorge accanto a una vecchia colonia psichiatrica, nella campagna argentina. Lì si ferma, presa per inerzia fra il rapporto svogliato con un uomo solitario e la passione erotica per una ragazzina turbolenta. La voce della giovane protagonista racconta una storia fatta di indolenza e di smarrimento, sullo sfondo di uno scenario rurale in cui la noia somiglia alla pace. Le poche persone con cui stringe legami d'emergenza sono animali sofferenti almeno quanto lei. "Open Door" diventa il suo rifugio, il luogo in cui passato e futuro si annullano in un presente continuamente sospeso tra follia e normalità, città e campagna, mondo dei vivi e dei morti, apatia e trasgressione. La prosa scarna e precisa di Iosi Havilio compone nei vasti spazi della provincia argentina una malinconica ballata per voci sole.