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Il 26 aprile 1986, il reattore n. 4 della Centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, esplose sviluppando un vasto incendio. Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì ricadendo su vaste aree intorno alla Centrale, rendendo necessaria l'evacuazione di trecentotrentaseimila persone. In Italia la notizia venne data solo tre giorni dopo: "Ma non c'è da preoccuparsi", titolavano i giornali. Invece "il soffio del vento" spinse l'invisibile nube radioattiva su buona parte dell'Europa e arrivò nel nostro Paese il 1° maggio, in una splendida giornata di sole. Trent'anni dopo il problema nucleare purtroppo è ancora ben presente. Intanto un secondo grave incidente si è verificato in Giappone, l'inquinamento radioattivo continua a essere presente, specie in Ucraina e Bielorussia; sono ancora tanti i 'bambini di Chernobyl' che hanno bisogno di assistenza, per finire con il problema delle scorie radioattive prodotte anche da centrali dismesse da anni, come quella di Caorso, e che nessuno ha il coraggio di decidere dove mettere. Per tacere infine una grande verità: il nucleare è anche civile, ma innanzitutto resta una minaccia militare.