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Cos'hanno in comune una maestra elementare, una contabile sgraziata e un'artista di buona famiglia? Neppure nel paese di Folasca si sa del loro sodalizio che sarà scoperto solo molti anni dopo quando la figlioccia di una di loro, Emilia, eredita la casa di zia Olimpia e si accinge a riordinarla prima di metterla in vendita. Saltano fuori a quel punto una serie di elementi apparentemente non collegati tra loro: pagine di conti compilati con precisione meticolosa, un armadio di biancheria senza le iniziali ricamate, vecchi documenti di un ospedale, la fotografia di tre signore su una terrazza affacciata sul mare, una vicina di casa impicciona e un'altra che appena si intravede dietro la tendina scostata, un ragazzo che cammina senza sosta per il paese, agitato da misteriosi pensieri. Pian piano il quadro si definisce ed emerge una storia di giovani donne alla ricerca di una libertà non urlata, ma vissuta con le incertezze e le pastoie ancora presenti negli anni Sessanta. Amiche pronte a sostenersi a vicenda, in caso di necessità, e discrete fino all'inverosimile "al punto che, se Don Giustino le avesse interrogate, non avrebbero saputo dirgli quando, come, con chi".