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Il dialogo come cammino, come pellegrinaggio verso luoghi santi, persone sante, per accostarsi alla preghiera in luoghi che irradiano energia mistica perché permeati di reiterate preghiere e di sguardi come lampade buone del corpo. Se guardiamo con amore portiamo gioia, se guardiamo con diffidente ostilità, rechiamo ostacolo e disagio. Purificare la mente con lunghi periodi di preghiera è una medicina anche per il corpo, così come l'altruismo è sempre fonte di gioia, di risveglio della mente, presupposto dell'avanzamento spirituale che conduce a sperimentare momenti di elevata felicità dello spirito. È importante non stancarsi dopo i primi passi di questo cammino fino ad accedere, a dimorare nell'Altissimo, così diffondendo luce e pace nel mondo. Vivere l'innamoramento del Maestro dà slancio ad ogni respiro e ad ogni comportamento. Nel dialogo fra Giorgio, giovane convertito al buddhismo tibetano, e don Pietro, vecchio sacerdote cattolico, emergono l'essenza e i capisaldi delle due religioni.