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«Sedici racconti "fantastici" dove l'aggettivo non qualifica la qualità degli stessi, ma il loro sconfinare oltre i margini del veritiero, con l'ambizione però di rimanere sempre nei limiti del verosimile». Forse il combustibile dell'autore è immaginare come la vita si sarebbe svolta se un nonno, un padre o uno zio non fossero morti prematuramente. «Un tentativo disperato di applicare "protesi letterarie" ad esistenze altrimenti interrotte, mutilate, ha generato risultati diseguali: qualche storia sconfina nel deliqui, non necessariamente una realtà parallela è migliore.... Certe altre risultano derivative e/o struggenti. Il rammarico ed il rimpianto più grande rimane quello di non aver potuto da adulto porre domande ed intessuto rapporti con quelle persone che da ragazzino o adolescente erano percepite soffocanti, prevedibili e autoritarie, anche se care e protettive. E allora l'autore tenta l'impossibile trapianto, immaginando un mondo che non si limiti ad essere governato dai soli, proverbiali cinque sensi, ma da sei, sette, forse anche otto e attraverso gli ultimi tre improvvisarsi apache che cerca e trova le tracce degli "scomparsi", seguendole fin dentro i territori proibiti».