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Chiara sta dimenticando il suo passato, Chiara non sa più chi è. Dove sono le chiavi di casa, dove gli occhiali? A impedirle di ricordare è una delle tante forme di demenza che vanno sotto il nome di Alzheimer. La malattia manda nell'oblio gesti abituali, luoghi e nomi. Ma Chiara un nome lo ricorderà sempre: quello di Tiziana, sua figlia. Per Tiziana registrare tutto ciò che la scrittura può trattenere diventa una necessità e un conforto. L'arrivo delle badanti polacche, la decisione sofferta del ricovero in una casa di riposo, il presente che si sgretola, lo ore regolate dai rigidi schemi imposti dalle istituzioni, le gioie e i dolori di una vita intera - fotografie rivissute dell'album di famiglia; ma anche incontri casuali, richiami della natura, libri, coincidenze e sogni... Esiste in questa storia come un'aria lieve tra le parole, parole stranamente leggere che raggiungono una pienezza singolare, un volo pieno di grazia e discrezione verso il mondo altrui: Tiziana si pone in ascolto, senza altri confini che la fiducia in una serena corrispondenza. "L'azzurro dei giorni scuri" è una lunga lettera d'amore alla madre ritrovata; un'esperienza intensa, umanissima, continuamente sfiorata dal mistero.