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Alla fine degli anni 70, mentre in Italia nasceva la postmodernità (consapevoli o no che ne fossero gli autori), si sviluppò un sottogenere di romanzo spesso confuso con il romanzo di formazione, o Bildungsroman: il romanzo generazionale. Nicola Ciampitti ha cercato di definire le caratteristiche di questo sottogenere partendo da un'analisi teorica e storica dei classici - in primis I dolori del giovane Werther e Le ultime lettere di Jacopo Ortis - per poi indagare sugli anni 70, cercando nella poesia di quel decennio tardo-moderno le anticipazioni di ciò che troveremo nel postmoderno. In quegli anni nasce infatti l'unico romanzo generazionale tardo-moderno, Cani sciolti di Renzo Paris; ma è dal 1979 in poi, con Boccalone e gli autori che seguiranno o anticiperanno Tondelli e il suo Altri libertini, che il romanzo generazionale postmoderno trova la sua affermazione. Partendo da questa impostazione di tipo storicistico, Ciampitti fa leva soprattutto sull'analisi testuale, al fine di accompagnare il lettore a conoscere direttamente i testi degli autori analizzati, e di provare scientificamente la validità di affermazioni che talora sembrano, non supportate dai testi, sovrapposizioni critiche.