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Guiomar De Marco Silva è un camionista portoghese che finisce in un carcere (d'invenzione, non a caso nelle vicinanze di Loreto, e del Santuario mariano) in seguito al ritrovamento sul suo camion di tre bambini afgani e del cadavere di un giornalista greco. Soltanto l'agente di polizia penitenziaria Luca De Feudis non crede alle accuse rivolte contro il portoghese, che nel frattempo ha subito un pestaggio, e tra i due nasce un legame dato dalla sensazione quasi inspiegabile di essere in qualche modo simili. Privatamente, Luca decide di indagare su quanto accaduto, arrivando a scoprire evidenti collegamenti con alcuni criminali rumeni rinchiusi nello stesso carcere e capeggiati dal terribile Dragan, che gestiva i traffici clandestini del porto di Patrasso. Aiutato dall'affascinante Paola Petrolati, avvocato difensore di Guiomar, Luca si ritrova però coinvolto in una serie di pericolose e rocambolesche vicende, nel tentativo di sfuggire all'ira dei rumeni, ormai consapevoli del suo coinvolgimento e dunque decisi ad ucciderlo. Una nuova "avventura marchigiana" dalle tinte noir, questo secondo romanzo della Mazzocchi che, dopo "Doric Hotel", affronta qui il tema, delicatissimo e tragico, della situazione carceraria in Italia.