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28 dicembre 1981. In un piccolo paese a pochi chilometri da Padova, i carabinieri arrestano con l'accusa di terrorismo e sequestro di persona, una giovane farmacista di origine marchigiana. "Come una lama" è il racconto di ciò che avvenne a partire da quel momento. L'autrice, Maria Vittoria Pichi, ha vissuto in prima persona i fatti narrati in questo libro, nel quale ci mostra come possa realmente accadere che una ragazza politicamente schierata a sinistra, venga accusata di un crimine che non ha commesso e rinchiusa in carcere per più di cento giorni. Questo libro non è un diario, né un reportage di cronaca, né un saggio sociologico, forse è tutte e tre le cose insieme, ma essenzialmente è una dolorosa sequenza di appunti, una febbrile teoria di immagini, che ci porta indietro nel tempo, in un periodo oscuro della storia italiana, i cosiddetti "anni di piombo", raccontati da una prospettiva inedita. Di fronte a una giustizia cieca, di kafkiana memoria, che deve a tutti i costi trovare dei colpevoli, non resta altro che sgomento, angoscia e rassegnazione. Sebbene incredula, Maria Vittoria riesce ad attendere con calma che l'incubo finisca. Sarà scagionata e rimessa in libertà, ma la sua vita non potrà essere mai più quella di prima.