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Chi ha vissuto la Seconda guerra mondiale, ha conosciuto l'"anno zero", un punto di non ritorno nella storia dell'umanità. Questa è la tesi sostenuta in "Nomos", attraverso le sue trenta storie vere, testimonianze di donne e uomini dai vari fronti del conflitto, che si alternano a immagini di accadimenti reali, descritti come in un quadro. Sono storie esemplari, che meritano di essere rilette e ragionate, scelte fra le centinaia raccolte dall'autore nei suoi viaggi. Non esiste distinzione fra vincitori e vinti: tutti i protagonisti parlano una sola lingua, quella della mostruosità della guerra, al di là di ogni alterazione propagandistica o ideologica. Nell'appendice conclusiva l'autore traccia una mappa di riferimenti utili al lettore, sulla base delle molteplici questioni poste dal libro: un diario, ragionato che spiega il testo e lo trascende, ripercorre a ritroso nei secoli le cause archetipiche della violenza e dell'aggressività umana e fornisce così un apporto originale agli studi sulla civiltà contemporanea. In "Nomos" letteratura e riflessione teorica si sposano in una soluzione del tutto nuova, lontana dal saggio e dal romanzo storico.