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Se, come acquisito dalla filosofia moderna, la realtà è ultimamente una costruzione della mente, allora lo yoga, metodo mentale, è il modo razionale e appropriato di agire su di essa e salvarsi dal suo degrado e dai suoi mostri. Lo yoga è l'unica difesa pratica rimasta contro l'avanzante tecnocrazia orwelliana, dopo il fallimento di tutte le grandi ideologie della prassi, laiche e religiose: trasformare se stessi in modo da porsi fuori portata dall'aggressione. Opporsi invece sul piano materiale e politico è impossibile, dati i rapporti di forza: pochi gruppi dinastici disumani usano i governi come marionette, e aggrediscono ormai scopertamente l'uomo, la salute, i diritti, le libertà con mezzi tecnologici formidabili. La lotta di classe delle élites oggi mira a salvare per esse la Terra, dalla sovrappopolazione superflua e inquinante. L'autore indica la causa specifica per cui il pensiero è condannato a elaborare ideologie fallimentari: esso dapprima, con Kant e l'idealismo, realizza che il mondo, la realtà, non è indipendente dalla mente, ma una sua costruzione; però subito dopo, iniziando con Marx, rimuove questa scoperta.