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Con arguzia, competenza, meticolosità e sconfinata passione - una passione che dura da almeno quarant'anni -, e con l'autorevole avallo morale di Oreste Del Buono («Mi sembra un'ottima idea. Stia attento che non gliela rubino»), Carlo Vita raccoglie un migliaio circa di citazioni dai sette romanzi di Raymond Chandler che hanno per protagonista il duro (ma malinconico) Philip Marlowe: perché insoddisfatto, ci dice, se non addirittura indispettito, dal non trovare nulla o quasi nulla della verve (dell'ironia, dello humour, del cinismo, ma anche dell'intelligenza e della cultura) del mitico Phil nei tanti film su uno dei più famosi private eye della letteratura - film nei quali trama, azione, intrighi e mistero (e pugni e whisky), finiscono inevitabilmente per avere la meglio. E così facendo, e liberandoci dall'obbligo di seguire le indagini (e di contare i morti, e le donne, e i cattivi, e i poliziotti) e di scoprire i colpevoli, fa emergere per noi lettori un autore (nelle vesti del suo figlio prediletto) tutto da assaporare e da riassaporare. Anche per divertirci (e un po' per stupirci), ma soprattutto per riconoscere - una volta di più - il grande scrittore che è Raymond Chandler.