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Anni di studio negli archivi siciliani, l'analisi e la ricognizione dei siti fortificati, consentono oggi di far luce sulle vicende che riguardano la munizione dell'isola sotto l'egida della dinastia dei Trastàmara e il ruolo di un monarca per molti aspetti dimenticato, senza dubbio travisato e condannato dalla storiografia ottocentesca; l'opera di Ferdinando il cattolico in Sicilia viene oggi alla luce con tutta la sua chiarezza, inquadrandosi come una rivoluzione architettonica solo paragonabile per unità di intenti e obiettivi all'opera fortificatoria del grande Federico II di Svevia. I documenti d'archivio rivelano la realizzazione di progetti grandiosi innestati su un sistema difensivo antiquato e obsoleto: il primo grande cantiere della capitale del regno di Sicilia, le fortificazioni delle città demaniali, la grande stagione fortificatoria dei sei castelli maggiori, Palermo, Milazzo, Trapani, Messina, Catania, Siracusa. Opere realizzate tutte dall'ingegnere militare della casa d'Aragona, protagonista per più di venti anni della difesa dell'isola e fin oggi protagonista sconosciuto.