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Frivole. Serie e austere. Umilissime. Fulgide, superbe. Tenere e orgogliose. Ricche o modeste. Timorose, pie. Provocanti. Appassionate. Per ogni sfumatura di colore, una sfaccettatura del carattere. La rosa è donna per Matilde Serao, «con le sue foglie leggiere e le sue spine pungenti, simbolo eterno della vita». Sembra quasi di vederli quei riccioletti che si chinano, nel sole, su una rosa appena sbocciata, e la mano candida che la innaffia, o il fiore che palpita sul petto della popolana come su quello della dama, in un susseguirsi di bozzetti evocativi, odorosi, sentimentali. Che sia su un altare o su un davanzale, che sia di un pallore accecante o di un rosso esuberante, la rosa, come la donna, non può passare inosservata. Irresistibile come un bocciolo che cominci a mostrare i suoi petali, promessa di delizie, preludio all'abbandono dell'amore. Inebriante, tale da catturare la fedeltà pure del più insospettabile tra gli innamorati.