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"More" è solo la custodia: all'interno una raccolta di testi, foto, video-frames e disegni, frutto di tre differenti progetti nati dalla stessa indagine, dove i simboli indicano la via. Eleonora Chiesa indaga, attraverso il dialogo con le persone che ha deliberatamente scelto di coinvolgere in questo progetto: sono per la maggior parte artisti, intellettuali, musicisti, ma anche personaggi interessanti e curiosi, amici. Una sorta di testimonianza anarchica, costellata di considerazioni profonde e discorsi lievi intorno al tema dell'utopia necessaria e di ciò che possiamo considerare tale. È una riflessione sui futuri possibili, in bilico tra cupo pessimismo e cieca speranza. Non vuole essere letteratura, ma è un progetto ibrido di arti visive, un'opera quasi romantica seppur non fondata sulle illusioni . "More" è, piuttosto, la tensione verso tutto quello che non abbiamo, ma possiamo lottare per ottenere.