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Dal dopoguerra in poi, il calcio è uno dei principali detonatori sociali. Nel corso dei decenni, il tifo diventa un fattore di primaria importanza in termini di aggregazione e di orientamento politico. Dagli anni Sessanta fino alle recenti cronache, nel nostro Paese si muore per seguire la propria squadra. In tutte le altre realtà europee il problema degli ultrà è stato risolto, o quanto meno, depotenziato. In Italia, invece, malgrado i proclami della politica, va sempre peggio. Perché? "Tutti morti tranne uno" riprende e amplia fino alle estreme conseguenze il discorso lasciato in sospeso dal precedente libro, "Ultraviolenza!". Le 13 vicende presenti in questo nuovo libro sono raccontate senza omissioni, con i contributi di molti degli interessati e con la chiarezza di chi non gira intorno alle parole. Il calcio copre affari illeciti, delinquenza comune e organizzata, omertà, trame politiche, malagiustizia... L'autore è un fedele reporter di fatti e parole. La violenza cambia nei modi, per condurre i fatti sempre agli stessi risultati. Morte, impotenza da parte della giustizia, inadeguatezza e ipocrisia da parte dei governi che si sono succeduti nel tempo.