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È noto come siano stati spesso pubblicati i diari e le memorie di coloro che parteciparono alle vicende risorgimentali, sia come protagonisti, sia da posizioni comprimarie. Non eguale attenzione è stata prestata a coloro che si opposero al processo unificatore. Degli antirisorgimentali si sa, infatti, ancora poco: scarseggiano ricostruzioni storiografiche sul loro pensiero, sulle loro gesta, sulle loro aspirazioni, e ancora pressoché sconosciute rimangono le figure di secondo piano dello schieramento reazionario. Alla luce di queste considerazioni, risultano interessanti le pagine del diario manoscritto del modenese Giulio Besini, che seguì sin dal primo giorno il Duca di Modena nell'esilio veneto allo scopo di riorganizzarsi per riconquistare il trono sotto la protezione austriaca. Tale scritto arriva fino alla primavera del '63, con il neonato regno italiano oramai ben strutturato istituzionalmente e la relativa completa disillusione dell'autore su un possibile ristabilimento delle cose di un tempo. Queste pagine sono rappresentative dello stato d'animo, delle recriminazioni, delle aspettative di coloro che consideravano l'Unità d'Italia come un atto eversivo.