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Nella provincia a sud-ovest di Verona operarono le brigate partigiane "Anita" e "Italia", confluite sul finire del conflitto nella Divisione "Lorenzo Fava". Il territorio, totalmente pianeggiante e con molte strutture militari strategiche per i nazifascisti, era assolutamente proibitivo per le intenzioni dei "ribelli". Non a caso furono formazioni quantitativamente esigue e con una scarsa intraprendenza sotto il profilo della guerriglia. Politicamente, i patrioti trovarono la convergenza su di un programma "minimo", basato sul solo obbiettivo della fine della guerra e non presero invece accordi su piattaforme economicamente e socialmente più "avanzate".