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All'inizio degli anni Settanta la giovane ricercatrice americana Alison Sànchez Hall giunge a Ravenna con l'obiettivo di studiare la storia e il funzionamento delle cooperative di braccianti, grazie alle quali il territorio romagnolo ha goduto di uno sviluppo economico altrimenti insperato. L'obiettivo del professore che le ha proposto questa ricerca è dimostrare che la cooperazione è un'«utopia residua», una specie di «rigurgito comunista» senza futuro, ma le conclusioni a cui Alison giunge lo smentiscono, evidenziando come nel movimento cooperativo vi siano valori solidaristici e umani che vanno al di là della semplice ricerca del profitto. Fra storia sociale e studio antropologico, «Tutti o nessuno» racconta, con lo sguardo un po' naif di una studiosa d'oltreoceano, l'esperienza della cooperazione ravennate, un movimento collettivo che è riuscito a sopravvivere per oltre centotrent'anni creando una nicchia di prosperità e collaborazione reciproca all'interno dell'ambiente ostile che lo circondava.