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Volendo trarre un bilancio sommario dei contributi che qui si sono raccolti, si possono esprimere alcune considerazioni di ordine generale. Innanzitutto - ed è forse la cosa più confortante - si può notare come, accanto a quelli forniti da studiosi "di lungo corso", esso abbia raccolto saggi di grande qualità prodotti da ricercatori molto più giovani, segno che la Longobardia meridionale costituisce un campo d'indagine che certamente si candida ad avere ancora un futuro promettente. In secondo luogo, non si può sottovalutare come siano letteralmente esplosi gli studi in alcuni campi, quali l'archeologia, la topografia e l'epigrafia, che mezzo secolo fa erano quasi irrilevanti e come proprio al loro interno si concentri l'attività delle generazioni più fresche. Infine, è da rimarcare la nutrita presenza di contributi offerti da ricercatori provenienti da istituzioni estere, aspetto che appare positivo anche per gli omologhi italiani, in quanto stimolo a tenere presente una pluralità di approcci conoscitivi ai vari temi trattati in questa occasione.